Chi voglio essereDurante il periodo di lockdown completo ha iniziato a circolare sui vari social un’immagine. Varie sono state le interpretazioni che si sono susseguite. Da chi la descrive con un taglio di immobilità fatalistica: “ti trovi in una determinata zona e lì ci rimani” o immobilità di scelta: “decidi dove vuoi essere”.  A chi ne dava un taglio più dinamico, di movimento evolutivo che dalla zona di paura conduce alla zona di crescita. Personalmente mi metto a metà strada, ovvero ho una visione dinamica e volontaristica.

Dinamica: ogni essere umano si muove da una zona all’altra, perché il movimento è connaturato alla indole umana. Parte da uno stimolo, in questo caso è la paura (emozione importantissima per la sopravvivenza umana)

Volontaria: la velocità e la direzione del movimento è influenzato dalla volontà. Un conto è correre verso una destinazione scelta, un altro è scappare da qualcosa. Da un lato guardi dove vai, ed affronti gli ostacoli, dall’altro non guardi cosa hai di fronte e ti scontri con gli ostacoli.

È per questo che negli horror gli zombie camminano lenti… tanto la vittima non guarda dove va, scappa, inciampa e cade… e con calma arrivano XD

La direzione del movimento

Per quando riguarda la direzione del movimento non credo che sia lineare e progressivo, dalla zona di paura alla zona di crescita, andata e ritorno. È un movimento più variegato, un movimento che prevede avanzamenti lineari e contorti, movimenti laterali, passaggi indietro e così via. È una danza.

Del resto “gestire un cambiamento è come ballare una samba: due passi avanti, uno di fianco e uno indietro” Severio Salvemini

Una danza che prevede il transito per ogni zona perché ognuna è propedeutica all’altra. E come ogni danza, si deve interpretare la musica, andare a tempo, conoscere i passi base e, progredendo, iniziare a creare le proprie coreografie.

La velocità del movimento

Anche questa è determinata dalla volontà individuale.

“Il cambiamento è l’unica costante della natura”, non ricordo chi l’ha detto (P. Waklawitz o il prof. G. Nardone)

ed è vero. Siamo naturalmente orientati a cambiare, lo fanno le nostre cellule di ogni ordine e grado, lo facciamo anche noi. Paradossalmente, nonostante questa naturale propensione al cambiamento, utilizziamo le nostre forze per opporci ad esso. Facciamo di tutto per evitare di progredire e crescere. Quindi la naturale propensione ci spinge in una direzione, verso la zona successiva, e l’essere umano si oppone ad una spinta naturale e rallenta il processo. Lo rallenta e non lo governa.

È paradossale ma l’essere umano preferisce rimanere nella zona della paura, alimentandola, piuttosto che fare dei piccoli correttivi, che gli permettano di gestire le emozioni e procedere verso la zona dell’apprendimento. In questa, poi, non cadere nell’effetto ancor più paradossale del tornare indietro con qualche informazione in più. Perché se si ancora alla paura una nuova informazione il cervello umano si orienta nel cercare tutti gli elementi che confermano le paure. Pensiamo alla proliferazione di teorie complottiste in questo periodo.

fase 2

la nuova normalità

Governa il tuo cambiamento

E torno alla domanda che dà il titolo a questo pezzo: “chi vuoi diventare da ora in poi?”
Rispondi a questa domanda, tu puoi scegliere chi diventare. Non è vero che le crisi sicuramente ci fanno uscire migliori e sono sempre delle opportunità. Le crisi POSSONO essere delle opportunità e POSSONO farci crescere e fare esprimere la parte migliore di noi stessi, lo POSSONO fare, per far sì che questo avvenga DIPENDE tutto da NOI.

Puoi scegliere di ricevere le cose come vengono, se questo ti fa stare bene, e vivere la tua vita come l’hai sempre vissuta. Oppure puoi decidere di governare il tuo percorso di vita ed imparare come continuare a crescere.

Sto preparando una serie di webinar a giugno su come muoverti da una zona all’altra, su come gestire un cambiamento e sfruttare la crisi per reinventarsi.
Se sei interessato iscriviti o approfondisci nell’evento facebook.